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Il nostro cervello non è ancora conosciuto del tutto dalla scienza ma proviamo a capire come funziona la memoria e quali sono i meccanismi che fanno ricordare e dimenticare
Quando parliamo di memoria pensiamo sempre ad un enorme magazzino personale dove vengono “stoccate” tutte le informazioni e da cui attingiamo di volta in volta per ricordare e affrontare la vita presente e futura.
Non tutti però ricordiamo allo stesso modo le stesse cose e con la stessa capacità di apprendimento. Motivo per cui oggi la comunità scientifica si impegna a studiare i meccanismi di memorizzazione e da cosa sono influenzati con continue ricerche, test e studi approfonditi.
Vediamo meglio come funziona la memoria.
Memoria a breve termine e a lungo termine
La memoria si distingue in breve e a lungo termine. Nel primo caso le informazioni svaniscono in modo rapido nel giro di tre o quattro ore, mentre nella memoria a lungo termine le informazioni vengono ricordate in modo stabile e quasi completamente.
La memoria a breve termine (MBT) è caratterizzata da un magazzino mnestico che può contenere contemporaneamente poche informazioni, la quantità di queste varia sulla base delle caratteristiche stesse. Se queste si consolidano tramite strategie comportamentali allora andranno a influenzare la memoria a lungo termine altrimenti sono destinate a sparire.
La memoria a lungo termine (MLT) invece sembrerebbe essere un archivio dalla capacità illimitata dove vengono conservate le conoscenze e le esperienze della vita e sono quelle che poi corrispondono al carattere e al nostro temperamento. A differenze della memoria a breve termine la memoria lungo termine si divide in:
- memoria esplicita o dichiarativa: comprende tutto quello che possiamo descrivere in modo consapevole,
- memoria implicita e memoria procedurale: contengono abilità cognitive, percettive e motorie.
Come funziona la memoria
Dall’esterno ci arrivano stimoli continui tramite gli organi di senso: udito, vista, gusto, tatto, olfatto. Questi stimoli arrivano al cervello come stimolazioni elettriche e vengono elaborati per costituire il “patrimonio” della mente ovvero la memoria. In alcuni casi le informazioni vengono immagazzinate tramite il meccanismo mnesico che permette di non disperdere l’informazione.
La letteratura scientifica ha definito 3 fasi principali dei processi di elaborazione mnestica: codifica, ritenzione e recupero. Non sono fasi in sequenza o separate, ma rappresentano l’intero processo di elaborazione.
I 3 processi si possono così spiegare:
- processo di codifica: gli stimoli vengono selezionati immediatamente in modo istantaneo e archiviati. L’elaborazione può essere volontaria o involontaria.
- processo di ritenzione: questo permette di fissare le informazioni, ma se l’informazione non viene richiamata alla memoria per un tempo troppo lungo va persa.
- processo di recupero: tramite questo meccanismo partendo da stimoli o in modo volontario si possono evocare le informazioni archiviate nella memoria.
Nella nostra memoria non vengono archiviate tutte le informazioni, molte delle quali se non prestiamo particolare attenzione non lasciano traccia, un altro fattore che influisce sulla possibilità di ricordare una cosa o no sono gli stimoli che possono distrarre come ad esempio il dolore.
Dove vengono immagazzinate le informazioni?
A questa domanda non vi è una risposta precisa, poiché non esiste uno specifico centro della memoria, ma vi sono diverse zone con connessioni e interazioni reciproche e sono:
- ippocampo
- amigdala
- cervelletto
- lobo frontale
- sistema limbico
Ogni organo di senso capta le informazioni e viene poi distribuita e immagazzinata nelle aree di riferimento, ognuna delle quali fa parte del processo mnesico in modo differente.
Spiegato in modo più semplice si può dire che non abbiamo un’unica memoria ma questa è costituita da strutture separate con reciproche connessioni inter-neuronali.
Grazie ai diversi studi condotti sui processi della memoria è stato possibile anche osservare la relazione fra memoria ed emozioni.